COMUNICATO SUL SEQUESTRO DI ARMI
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Comunicato Stampa dell’ presidente dell’Autogoverno del Popolo Veneto /Stato delle Venetie
Nelle cronache dei giornali del 5 novembre sono stati associati all'”Autogoverno del popolo Veneto” e allo “Stato delle Venetie” persone da noi lungamente bandite e fatti a noi del tutto estranei.
Quelle persone infatti non rappresentano in alcun modo le nostre Istituzioni da agosto 2009, e questo era anche facilmente verificabile sul nostro sito ufficiale, ma c’è da dire che abbiamo più volte notificato la stampa di questi fatti.
Per tanto, al di là delle oscure motivazioni che hanno portato a questa confusione, è doveroso il ripristino dell’immagine danneggiata e chiediamo a chiunque di diffondere integralmente quanto segue e l’elencazione di questi fatti.
L’articolo 2 della Legge Costituzionale numero 340 del 1971 riconosce testualmente il diritto all’”autogoverno del popolo veneto” .
Questo diritto va però esercitato seguendo il procedimento di cui alla legge n.881 del 1977 e secondo quanto stabilito dal diritto internazionale.
Il diritto internazionale richiede che gli Istituti di autogoverno di un popolo rispettino questi limiti:
– in esse si svolgano elezioni democratiche, trasparenti e veritiere
– vengano riconosciute i diritti umani, la parità dei sessi, il rispetto delle leggi interne (stato di diritto)
– la magistratura agisca secondo la legge in maniera indipendente dal potere politico
– venga fatto il massimo sforzo per preservare la pace
– molte altre regole
Nel 1997 Loris Palmerini ha individuato per la prima volta nelle leggi questa via di esercizio del diritto di autogoverno del popolo veneto, via che si percorre senza attendere alcun consenso da parte dell’Italia che anzi per legge è obbligata a riconoscerlo e promuovelro . Infatti all’articolo 1 della legge n.881/1977 è sancito l’obbligo internazionale dello Stato italiano di modificare il suo ordinamento per rendere effettivi questi diritti di autogoverno e di autodeterminazione seguendo le regole dettate dalle Istituzioni di Autogoverno. Nel 2006 Loris Palmerini ha dimostrato anche che il plebiscito del 1866 con cui il Lombardo Veneto fu unito all’Italia è invalido e legalmente nullo in quanto il plebiscito non fu di tutto il lombardo-veneto ma fu fatto senza il voto dei veneti di Bergamo e Brescia e dei lombardi. Precedentemente si parlò solo di “truffa” ossia di brogli, che è cosa ben diversa dalla radicale invalidità legale per inefficacia. A riprova della volontà di invasione del Governo Italiano, esso invase il territorio prima del voto, su apparente presa in consegna non da legittimi rappresentanti dei veneti per quanto concerne la terra veneta, ma da 3 prestanome dei Savoia privi di titolo legale. Palmerini ha dimostrato questo recuperando l’informazione dal memoriale dello stesso Commissario italiano che gestì l’annessione e che riportò questi fatti una volta entrato in inimicizia con i Savoia circa 20 anni dopo. Inoltre, il voto del plescito fu pubblicato 3 giorni prima del voto stesso. Tutto ciò legalmente da diritto a Istituzioni Nazionali Venete sovrane, però non da diritto a nessuno di creare istituzioni di autogoverno che non corrispondano al diritto internazionale o di imbracciare le armi senza autorizzazione di Istituzioni conformi al diritto internazionale.
Loris Palmerini, ha lavorato fin dal 1998 per convincere sempre più veneti ad esercitare i diritti del popolo veneto seguendo il diritto internazionale, seguendo attentamente i procedimenti e i requisiti legali da esso richiesti, sempre in forma pacifica e mai inneggiando all’uso delle armi o alla violenza privata, nè tanto meno inneggiando ad discriminazioni etniche o razziali di qualunque genere, pur criticando il governo del territorio da parte dell’Amministrazione italiana.
Nel 1999, ai sensi dell’art.2 L.n.340/1971 e ai sensi del diritto di cui agli artt.1,2,3 della L.n.881/1977 su iniziativa dello stesso Palmerini, sono state autodeterminate prima l’anagrafe del Popolo Veneto, poi il Governo e l’Assemblea, infine il Tribunale del Popolo Veneto che ha presieduto fino al 5 settembre 2009.
Negli anni la costituzione ed organizzazione ed esercizio di queste Istituzioni, sotto la sua vigilanza quale presidente del Tribunale, è stato riconosciuto legale dalle magistrature di Padova e Venezia, oltre che dalla Presidenza della Repubblica e dal Governo italiano stesso, notificato a mezzo di tutte le sue prefetture del lombardo-veneto fin dal 2000. Alcune persone negli anni hanno ottenuto benefici fiscali e penali dalle iniziative legali ricorrendo alle Istituzioni di Autogoverno in quanto per legge territoritorialmente competenti. Altre persone, dopo aver partecipato si sono ritirate, altre ovviamente ne hanno approfittato per discutibili interessi personali o di bottega politica.
Purtroppo oggi ci troviamo di fronte ad una grande errore o mistificazione della Stampa e dello Stato Italiano che vogliono associare le Istituzioni di Autogoverno del Popolo Veneto a persone che con l’Autogoverno non hanno più nulla a che fare in quanto abbracciano una ideologia del tutto diversa che vuole ammantarsi di una legalità che non gli appartiene. (aggiornamento febbraio 2010 ) Cosa che non poteva essere sfuggita come risulta da diverse intercettazioni pubblicate nel gennaio 2010.
Alcuni personaggi estromessi dalle Istituzioni nel agosto 2009 a norma di statuto in quanto avevano sistematicamente violato gli stessi (non per la questione armi che non era nota), fingono oggi di essere le Istituzioni legali di Autogoverno, quando invece per noi hanno solo tentato di sovvertire il nostro ordinamento interno senza riuscirci legalmente e concretamente.
La stampa ha anche associato alla nascita e alla fondazione dell’Autogoverno la Life, ma nè la LIFE nè qualche altro partito o sindacato hanno partecipato alla fondazione delle Istituzioni. Né l’Autogoverno del Popolo Veneto è sul piano del “governo Serenissimo” perché quest’ultimo è incompatibile con il diritto internazionale su diversi dei punti sopra detti.
La ultradecennale e pacifica azione di rivendicazione legale dei diritti del popolo veneto su basi legali e storico giuridiche è frutto di Loris Palmerini, che ne è stato l’artefice primario e l’ideatore. Pure Giuseppe Segato, che partecipò alla fondazione, se ne staccò dopo 6 mesi circa, conservando nel cuore l’amore per il progetto dimostrato dal fatto che nonostante la Magistratura gli fece pressione perché inguaiasse le Istituzioni di Autogoverno e i suoi fondatori, chiedendogli esplicitamente di coinvolgerle nelle azioni dei Serenissimi alle quali sono sempre state estranee, egli rifiutò preferendo patire carcere aggiuntivo piuttosto che inventare accuse false.
E’ vero invece che nel 2006 la LIFE Treviso (non già tutta la Life nè c’è mai stato consenso da parte dei suoi vertici), ha presentato una istanza al tribunale di Venezia per far valere i diritti di autogoverno del popolo veneto. Sebbene non fosse la prima tentata causa, essa era per la prima volta basata sui studi storici e giuridici di Palmerini Loris riguardo il referendum del 1946 e l’annessione del 1866, ed infatti a sostegno della causa stavo il libro “la repubblica mai nata” pubblicato solo nel 2007. L’ingente mole di documenti hanno costretto il giudice dello Stato Italiano a sentenziare la non giurisdizione italiana nel lombardo veneto tecnicamente dichiarandosi in “difetto assoluto di giurisdizione” (Sent. Trib. Civ. Venezia 20 febbraio 2008 Giudice Zacco). Questo atto giuridico, ancorché limitato ad un processo civile, è un fatto che è legittimo aspettarsi ogni procuratore conosca e che per la prima volta riconosce che la Giustizia Italiana non è obbligatoria nel territorio, ma solo di fatto “volontaria” per mancanza di informazione dei veneti.
Con questo non si vuole assolutamente dire che è diritto di chiunque imbracciare le armi: NO, le cose devono farsi secondo le regole istituzionali di Autogoverno come noi abbiamo sempre fatto, il territorio appartiene comunque a delle Istituzioni legittime e legali.
Oggi è possibile dunque chiedere il Giudice Veneto in un processo, e il bilinguismo. Ad esempio, nel 2008 e nel 2009 Palmerini ha presentato diverse richieste in tal senso, e nel settembre 2009 con 345 persone firmatarie ha presentato ricorso a Strasburgo contro l’Italia per violazione di queste leggi internazionali.
Ritornando alla associazione delle Istituzioni di Autogoverno alla “połisia veneta” di Treviso, nel 2008 Quaglia è stato compatto membro della iniziative legali e pacifiche, tanto che con Palmerini e altri 22 firmatarai ha presentato a Strasburgo un ricorso volto a far valere i diritti di autogoverno e del giudice naturale, sostanzialmente ancora scritto e ideato da Palmerini sulla base dei suoi lavori, tant’è che nel ricorso compare anche la richiesta di verificare che le Commissioni Tributarie sono illegali. Purtroppo, una volta diventato capo del Governo nel 2009 Quaglia ha operato nella totale mancanza di rispetto delle stessi leggi di Autogoverno, le stesse di cui chiedeva il riconoscimento allo Stato Italiano quale diritto. Inoltre, Palmerini ha infine scoperto che le Istituzioni di Autogoverno venivano usate per scopi personali di tipo fiscale che denunciò prontamente all’assemblea. Quaglia ha allora subito dopo cominciato ad infangare il buon nome e la reputazione di Palmerini con accuse del tutto infondate, provocando la spaccatura dell’Assemblea.. Tuttavia l’Assemblea di autogoverno riunitasi straordinariamente apposta il 29 agosto su richiesta di 3 parlamentari, come da statuto, ha interdetto a vita insieme a Quaglia i suoi ministri Bortotto, Franceschi, Zanatta, Pesce, Berton ed altri. Le accuse a Palmerini non sono mai state provata nemmeno con uno straccio di prova, pur tuttavia sono state raccolte da movimenti politici (PNV, i Veneti) al fine di boicottare la candidatura politica di Palmerini come rappresentante degli interessi del popolo veneto. (aggiornamento febbraio 2010) . Nel corso dei mesi successivi all’inchiesta sulla “polisia” Quaglia ha anche mentito su questi fatti, venendo sistematicamente sbugiardato dalla stampa, perfino con la pubblicazione di intercettazioni telefoniche con anche Palmerini che indagato non è mai stato perché fin dall’inizio aveva mostrato il pieno rispetto della volontà dell’Assemblea, certamente contraria all’ipotesi di armamenti.
E’ emerso dalle inchieste che quelli della “Polisia Veneta” , già dichiarati “banditi” dalle istituzioni di Autogoverno dal Agosto 2009, hanno continuato a disconoscere le leggi di autogoverno tentando di usurpare insegne, simboli, nomi e funzioni, continuando nel settembre 2009 quando scesero in parata a Cittadella. Questo anche una volta violando la reputazione e la proprietà intellettuale e i marchi di Loris Palmerini, materiale in uso alla Istituzione che oggi sono da lui rappresentate come deciso dall’Assemblea del 5 settembre 2009. La magistratura italiana interpellata nel novembre 2009 sulla questione non ha operato in alcun modo permettendo che si confondessero le persone oneste con i banditi.
E’ chiaro che dalle notizie di giornale che furono pubblicate sull’uso di armi e possibili sequestri di persona, le prime vittime di questi atti sono state proprio le Istituzioni di Autogoverno del popolo Veneto e che purtroppo esse, pur tentando di tutelare l’immagine istituzionale con una azione anche legale, anche contro altri movimenti che hanno attuato pratiche simili nel recente passato, sono state abilmente mescolate con queste persone facinorose già distintesi in passato per azioni di stampo militaresco ma suicida proprio sul piano militare.
Le Istituzioni anno chiesto venise pubblicato integralmente questo comunicato, avvertendo che consideravano un danno ogni notizia in qualunque forma atta ad associare le Istituzioni di Autogoverno del Popolo Veneto legalmente rappresentate da Palmerini con persone che non centrano anche quando per loro conto erroneamente interpretano le leggi e il messaggio politico pacifico che noi portiamo.
Ma riuscirono solo in parte a evitare il danno d’immagine e la confusione ingenerata dalla incapacità di distinguere le cose pubblicamente ingenerata dalla Questura di Treviso. Occorre dire che il comandate della Polisia Veneta, Bortotto, era già stato estromesso dalla Polizia italiana proprio dal Questore Carmine, facendo scadere tutta la questione a una mera diatriba provinciale con reciproche accuse di truffe e problemi psichiatrici. Con tutto ciò nulla ha a che vedere il progetto di legale autogoverno e i diritti del popolo veneto iniziato da Palmerini nel 1998 e proseguito per oltre un decennio.
Il sito ufficiale delle Istituzioni di Autogoverno del popolo Veneto è http://www.statoveneto.net, e comprende, quali insegne e marchi di fatto le diciture “autogoverno del popolo veneto”, “Stato delle Venetie” , “Governo del Popolo Veneto”, “Tribunale del Popolo Veneto”, e il simbolo del leone in “moeca” utilizzato fin dal 2002.
A breve, ogni sito diffamatorio verrà fatto sequestrare e interdire, l’immagine risarcita.
Padova ,6 novembre 2009
La Presidenza del Governo del Popolo Veneto
Autogoverno del Popolo Veneto /Stato delle Venetie
v.Rossi 73 − 35030 Rubano, PD – Venetie
Tel 347 1416187 Fax: 049 7964835
Email: governo#statoveneto.net
Sito: http://www.statoveneto.net/