L’Autogoverno del Popolo Veneto estraneo ai rinvii a processo di Bortotto e suo “Movimento di Liberazione”
Il Governo del Popolo Veneto, l ‘Assemblea dei Membri e il Tribunale del Popolo Veneto non hanno nulla a che vedere con i rinvii a giudizio di Bortotto e altri del suo “Movimento di Liberazione”, nè ci risulta alcun nostro rappresentante coinvolto.
Diffido chiunque ad associare a questi rinvii a giudizio le istituzioni da me fondate nel 1999, nemmeno nella genesi dei fatti, riservandomi, se del caso, di chiedere il risarcimento del danno di immagine.
Le Istituzioni di Autogoverno non hanno nulla a che fare con le attuali denunce come non centravamo nelle precedenti.
Siamo stati erroneamente coinvolti in passato, a causa del fatto che nel 2009 Bortotto e Quaglia schierarono una presunta polisia di Autogoverno in sede LIFE, in realtà mai autorizzate dall’Istituzioni. A creare il caos fu l’allore presidente del governo, Quaglia Daniele, che aveva dichiarato falsamente alla stampa che l’Autogoverno aveva intenzione di armarsi, cosa che in realtà non era affatto stata decisa ne mai lo fu in seguito.
Seppure l’idea di una polizia veneta e i suoi fondamenti legali furono ideati nelle Istituzioni di Autogoverno nel lontano 2002, in effetti poi le Istituzioni non sono mai passate ad una organizzazione strutturata, né mai è stato previsto alcun armamento o gerarchie di sorta.
Solo a seguito del caos in sede LIFE nel 2009 si è discusso dell’armamento, anche per le pressioni di Bortotto appena entrato nella organizzazione con diversi altri membri, alcuni oggi rinviati.
Nel mese di giugno 2009 l’argomento degli armamenti venne discusso nel governo, e nel luglio 2009 venne discusso anche dall’Assemblea, ed in entrambi i casi non fu deciso alcun armamento né poteri speciali al governo. Fu l’Assemblea a predere queste decisioni su iniziativa di alcuni membri del parlamento, alcuni rendendosi conto della situazionealtri, come De Pieri, con il solo intento di eliminare concorrenti alle proprie smanie di potere.
Nella mia posizione di garante degli statuti mi trovai in posizione molto difficile, ma restai neutrale non dimostrando né contrarietà né favore, e mi limitai ad evidenziare che la decisione di armarsi difficilmente avrebbe portato effetti positivi e certamente invece avrebbe fatto scattare denunce e processi. Spiegai che la banda armata, per l’italia, è un reato di intenzione, facendo presente ai membri i rischi di un armamento, sperando che ragionevolmente la gente, caricandosi della responsabilità delle scelte come dovuto, non avrebbe seguito Bortotto e Quaglia, come fu. Trovatisi isolati Quaglia e Bortotto cominciarono a calunniarmi indicandomi come un infiltrato dello Stato Italiano, e un dittatore nelle Istituzioni.
Si scoprirono in seguito ulteriori violazioni dello statuto, e intrallazzi personali, per cui l’Assemblea del Popolo Veneto li ha dichiarati decaduti ed interdetti a vita il 29 agosto 2009, dunque non per gli armamenti (che non erano stati approvati). Purtroppo la volontà prevaricatrice di Bortotto e Quaglia li ha portati, anche dopo l’interdetto, a fingere di essere l’Autogoverno del Popolo Veneto, facendosi per di più artefici di varie azioni filo militari, sempre usurpando il nostro nome, secondo i giornali perfino progettando un sequestro di Zaia nel 2009.
Purtroppo mi sono trovato a gestire una situazione di fatto in cui pochi membri vogliono imporre la propria volontà alla generalità al di fuori di una discussione pacata e seguendo gli statuti.
Le Istituzioni di Autogoverno del Popolo Veneto – Stato delle Venetie non commentano il nuovo rinvio a giudizio, né la loro legittimità, né la loro opportunità, semplicemente non ne sappiamo nulla, e tuttavia intendono ribadire che i fatti nulla hanno a che fare con le istituzioni di Autogoverno del Popolo Veneto, e che questi signori hanno sempre agito per conto loro, in passato alcuni commettendo il reato di sostituzione spacciandosi per noi, altri com Quaglia continuando a farlo.
Anche se il danno di immagine ricevuto è stato enorme, anche se evidentemente è stato infangata l’immagine costruita con un pacifico lavoro di oltre 14 anni, non è ancora stato deciso se costituirci o meno parte civile in questo processo. Probabilmente, così come in passato, ci limiteremo a prendere le distanze dagli sbandati, senza per altro denunciare alcunché agli inquirenti italiani, i quali per altro non ci hanno nemmeno nè mai convocato nè mai coinvolti ben sapendo che non centriamo nulla.
Probabilmente questi individui continueranno a farsi del male da soli paventando una legittimità che non hanno e che non li protegge legalmente . In particolare il Movimento di Liberazione legalmente non esiste fin tanto che non viene riconosciuto da più Stati esteri, e questo avviene molto difficilmente, basta guardare alla Siria.
Diffidiamo ogni persona, giornale e Istituzione ad associarci a questi rinvii a giudizio, riservandoci, se del caso, di chiedere il risarcimento del danno di immagine.
Loris Palmerini
Presidente del Governo del Popolo Veneto www.statoveneto.net
Presidente del Governo Lombardo-Veneto www.lombardo-veneto.net