Dichiarazione di Indipendenza
Quando nel corso degli eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo e assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata e uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell’umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui esercita direttamente la propria sovranità.
Noi riteniamo che siano per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati uguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà , e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti, tra gli uomini, governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità .Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza, l’esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti di un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di mal vessazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all’assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l’avvenire. Tale è stata la paziente sopportazione del Popolo Veneto e tale è ora la necessità che lo costringe a mutare quello che è stato finora il suo ordinamento di governo. Quella dell’attuale Repubblica Italiana, illegittima occupante del territorio del Popolo Veneto in quanto nata dalla mutazione del Regno d’Italia annessosi illecitamente con la truffa, con l’imbroglio, con l’occupazione militare, con la violazione dei trattati internazionali, senza democratica consultazione del Popolo Veneto i suoi territori, è storia di ripetuti torti e usurpazioni, tutti diretti a fondare un’assoluta tirannia su questi territori. Per dimostrarlo ecco i fatti che si sottopongono all’esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede.
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La Repubblica Italiana non è in grado di garantire il rispetto della sua Costituzione repubblicana da parte dei suoi organi amministrativi, Stato e Giudici per primi, che sono venuti a formare delle Caste autoreferenziali libere di violarne impunemente i suoi principi.
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Le leggi sono stese con un linguaggio incomprensibile alla maggior parte dei Veneti e si prestano pure a varie interpretazioni che permettono ai giudici di considerare fatti simili, reati gravi o semplici ed innocue mancanze, oppure consentono a tutti i giudici di dichiararsi non competenti per la medesima questione (CCIAA) condannando i cittadini alla più assoluta incertezza del diritto.
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I giudici non sono mai chiamati a rispondere delle loro mancanze od errori professionali in violazione anche del referendum approvato dai cittadini che chiedeva la responsabilità civile dei giudici.
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Un siffatto sistema giudiziario consente al giudice di Venezia, con sentenza del 20.02.2008, di dichiarare il difetto assoluto di giurisdizione a riguardo le contestazioni e rivendicazioni di Autodeterminazione del Popolo Veneto mentre altri giudici dichiarano inammissibili ricorsi presentati in base alle stesse contestazioni e rivendicazioni.
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Il diritto a un giudizio equo e imparziale è costantemente negato ai Veneti che si richiamano a questo importante principio del diritto internazionale.
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Le funzioni del parlamento sono condizionate dalla criminalità mafiosa capace di gestire le votazioni ed imporre i propri candidati per oltre il 30% del totale degli eletti.
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Il capo del governo italiano, Berlusconi, è una persona che, in base ai requisiti costituzionali, risulta essere ineleggibile e non può ricoprire tale carica.
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Il lavoro nero e l’evasione fiscale sono tollerati in ampie zone dello stato e spietatamente repressi nel territorio dei Veneti.
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Le tasse vengono applicate sul territorio in maniera difforme, creando discriminazione anche tra i Veneti, e spesso non viene rispettata la costituzione a riguardo della capacità contributiva dei cittadini.
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Il prelievo fiscale, nei territori veneti, è oltre il 70% di ciò che viene prodotto; siamo spremuti come schiavi con altre 120 nuove tasse: solo lavorare, lavorare, lavorare per mantenere i privilegi dei parassiti.
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Si inventa “l’asportazione” per legge del 30% del valore dei terreni produttivi: milioni di euro dalla produzione alla burocrazia imperiale di Stato.
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I Veneti, che sono i più virtuosi in Europa, per quanto riguarda tasse versate sono sistematicamente accusati di evasione fiscale ed è sul loro territorio che lo stato italiano concentra i controlli e applica gli studi di settore come un demente tiranno.
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Questa repubblica consente che lo stato disonori, ignorando o non applicando, le leggi (340/71) e i trattati internazionali sottoscritti (881/77) che sanciscono il diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto.
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Ha smembrato il Popolo Veneto in diverse entità (Veneti, Trentini, Friulani, Giuliani e province lombarde) con differenti diritti e specificità diverse per aumentarne la disgregazione e la conflittualità.
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Ha negato al Popolo Veneto il diritto di coltivare la propria lingua, la propria storia, la propria cultura e le proprie tradizioni imponendo una istruzione omogeneizzata con docenti colonizzatori.
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Ha schiavizzato i nostri giovani che, per crearsi una casa e una famiglia, sono costretti a indebitamenti pluridecennali e le giovani coppie, assillate dai debiti, difficilmente procreano e sono obbligate a lavorare ben oltre il lecito per compensare il prelievo fiscale opprimente dello stato italiano, per vivere una vita poco più che decorosa.
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Discrimina i nostri anziani per pensioni spesso negate a causa di insufficienza contributiva favorendo oltre il lecito ogni sorta di immigrati.
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Ci rifiuta, ostinatamente, il diritto alla sicurezza per abbandonarci alle scorrerie criminali e alla ordinaria delinquenza di orde di incivili invasori che arrivano qui, impunemente, da ogni parte del mondo.
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Ha colpevolmente oscurato, violando i trattati internazionali ratificati con la legge 881/77, le Libere Elezioni Nazionali del Popolo Veneto del 25 gennaio 2009, notificate a tutti i sindaci, a tutti i presidenti di Provincia, a tutti i Presidenti di Regione e a tutti i Prefetti dello Stato Italiano sul territorio ex Lombardo-Veneto al 1866 oltreché al Presidente della Repubblica Italiana e al Ministro degli interni italiano.
Ad ogni momento mentre durava questa apprensione, noi abbiamo chiesto, nei termini più umili, che fossero riparati i torti fattici; alle nostre ripetute petizioni non si è risposto se non con rinnovate ingiustizie. Uno stato, il cui carattere si distingue così per tutte quelle azioni con cui si può definire uno stato tiranno, non è adatto a governare un Popolo Libero. E d’altra parte non abbiamo mancato di riguardo ai nostri vicini italiani. Di tanto in tanto li abbiamo avvisati dei tentativi fatti dallo Stato Italiano per negarci il diritto di autodeterminazione e continuare con questa illecita occupazione. Abbiamo anche depositato alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ricorso contro lo stato italiano, ma l’incertezza dei tempi e il rischio di intrallazzi internazionali ci obbligano a prenderci nuovamente le nostre responsabilità.
Noi pertanto, Rappresentanti del Popolo Veneto, riuniti in assemblea, appellandoci al Supremo Giudice dell’Universo per la rettitudine delle nostre intenzioni, nel nome e per l’autorità del Popolo Veneto, solennemente rendiamo di pubblica ragione e dichiariamo: che gli attuali popoli sul territorio ex Lombardo-Veneto prima del 1866, come il territorio del Popolo Veneto, sono e per diritto devono essere, stati liberi e indipendenti, che essi sono disciolti da ogni sudditanza allo stato italiano e che ogni legame politico tra essi e lo stato italiano è, e deve essere, del tutto sciolto; e che, come stati liberi e indipendenti, essi hanno pieno potere di difendersi nel rispetto del Diritto Internazionale, concludere pace, contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che tutti gli stati indipendenti possono a buon diritto fare.
E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegnamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.
Firmato dai 12 membri presenti eletti a rappresentanti del popolo veneto, e da altri cittadini fra cui il Capo del Governo e il Presidente del Tribunale, il 15 marzo 2009 a Conegliano